La biografia di Seb Russo secondo Jan BARDEAU
Seb Russo proviene da una famiglia di immigrati italiani, lavoratori, modesti secondo il termine per designare i poveri, primi residenti nel quartiere Minguettes di Lione, all'epoca noto tra l'altro per i rodei automobilistici del sabato sera (con i poliziotti in culo, questo va da sé) e il suo mix apparentemente pacifico di italiani (quindi), portoghesi, spagnoli, nordafricani. Una città viva, anche una città di sofferenza.
Seb Russo impara a disegnare nel suo angolo, l'orecchio incollato alla Francia Inter, sognando altro, sognando l'arte, però, dopo un breve periodo al Beaux-Arts di Lione, abbandonerà gli studi per mancanza di mezzi. entrare a far parte delle fila degli operai dell'industria. Costanti difficoltà delle classi popolari a uscire dai solchi in cui sono nate, senza soldi, senza quella cultura specifica che permette l'assimilazione in ambienti un rango superiore nella gerarchia socio-professionale e, ovviamente, senza indulgere nell'attesa di perdonare le loro (nostre) arie stupide, le loro (nostre) voci troppo alte o le loro (nostre) battute paffute e soprattutto non il loro (nostro) look scadente. Conosciamo l'intransigenza delle persone culturali di fronte all'abbigliamento senza ricerca (ma soprattutto senza soldi) o di fronte al mancato rispetto di codici di condotta come questa giusta dignità un po' sfinita che dovrebbe essere lesa, spesso raddoppiata con un linguaggio da puttana tagliente.
Comunque sia, disegnando come un matto, di notte davanti alle sue macchine, con una biro su pezzetti di carta, Seb Russo sviluppa una grande certezza, una grande velocità del tratto, che fa di lui un disegnatore senza pari.
La mia opinione, che è la mia, e per questo ne ringrazio me stesso, consisterebbe anche nel pensare che Seb Russo è più un disegnatore che un vero pittore, i suoi lineamenti spuntano, si intrecciano, creano forme inaspettate, i volti sorgono, i corpi si intrecciano e si aggrovigliano e, a volte partendo da linee casuali, costruiscono vortici di figure, un caos proprio come quello della vita, commovente e creativo.
Seb Russo si è anche dilettato con l'arte digitale che, come affermano i nerd, è solo a pochi clic su Toshop (come i nerd chiamano Photoshop, non ho mai sentito un grafico chiamare Photoshop Toshop, o InDesign Deesi, o comunque Illustrator Totor).
Infine, se alcuni, burloni o banditi, hanno intenzione di andare lì a seminare la loro zona del tuono della madre, trema, perché il Seb ti punirà con vibranti colpi di canne sul tuo bel culo (e con piacere).